CARLOFORTEONLINE

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domenica 5 aprile 2015

GEOSITI

I Geositi presenti sul territorio comunale sono i seguenti:

1. Panchina Tirrenania;
2. Punta Nera;
3. Le Colonne;
4. Geyser Fossile;
5. Golfo della Mezzaluna;
6. Cala de Lo Spalmatore;
7. Punta del Becco;
8. Punta di Capo Rosso;
9. Capo Sandalo;
10. Cala Fico;
11. Cala Vinagra;
12. Cala Comenditiche;
13. Bricco de Le Bocchette;
14. Monte Tortoriso;
15. Punta delle Oche;
16. Il Pulpito;
17. Tacche Bianche;
18. Cala lunga;
19. I Globoidi;
20. Isola Piana.

Geosito n°19 I Globoidi



01.Dati identificativi
Ubicazione: Isola di S.Pietro, comune di Carloforte, località canale delle Natte, fra Cala Lunga e la Punta, costa settentrionale.
Grado di conoscenza attuale: a livello scientifico studiato.


02.Classificazione
Litologia caratterizzante: rocce riolitiche varicolori("Complesso vulcanico Calcoalcalino recente").
Classificazione Genetica: Vulcanica.
Definizione Genetica: Forme sferoidali di consolidamento lavico.
Età del processo: Miocene medio(circa 16-15 milioni di anni fa).


03.Ambito e tipo di interesse
Interesse scientifico: Vulcanologico, petrografico.
Interesse contestuale: Didattico-divulgativo, paesaggistico-ambientale, escursionistico.
Emergenze culturali e/o naturalistiche: esemplarità scientifica e didattica del particolare fenomeno magmatico.
Elementi qualificanti: Rarità della struttura vulcanica, eccezionalità delle dimensioni.


04.Dati descrittivi
Caratteristiche geologiche e geomorfologiche: Si tratta di un particolare e raro tipo di strutture vulcaniche di forma sferoidale appiattita(fino a 1/2 o 2/3 del diametro orizzontale) di eccezionali dimensioni da qualche metro fino a oltre 20 m di diametro, alle quali lo studioso Ing.Taricco, nel 1931, assegnò il nome di "Globoidi". Queste sorprendenti forme di raffreddamento magmatico si rivengono incluse nelle rocce riolitiche varicolari(dal rosso all'arancione, al rosa chiaro, al violaceo, al bluastro ed al bianco-verdolino), appartenenti al "Complesso vulcanico Calcoalcalino recente"con cui si conclude l'attività vulcanica miocenica dell'isola di San Pietro circa 16-15 milioni di anni fa.
Le loro pareti presentano una struttura scagliosa o fogliettata dovuta verosimilmente alle modalità del raffreddamento lavico; mentre gran parte dell'interno dei globoidi è costituita da una riolite porosa di colore violaceo scuro, che verso la periferia tende all'arancione chiaro e al bianco verdolino con macchie rosate. Nel sito si possono osservare globoidi singoli e forme complesse con 2 o 3 globoidi associati o coalescenti. Il numero di sferoidi originariamente individuati è di oltre 40, distribuiti su di un'area di 3-4 ettari. La maggior parte di essi mostra delle sezioni orizzontali, messe spesso in maggior risalto dall'azione erosiva selettiva dagli agenti meteorici, i quali però ne hanno alterato o cancellato le primitive caratteristiche, ad esempio asportandone e svuotandone la parte centrale.
Queste speciali ed eccezionali strutture di origine magmatiche sono localizzate in un'area desertificata e spoglia di vegetazione, lungo i versanti destro e sinistro di un piccolo canale naturale(canale delle Natte)che sfocia sulla costa subito a nord-est di Cala Lunga. Secondo gli studiosi l'origine dei globoidi sarebbe dovuta a grosse inclusioni fluide, composte da miscele di gas, vapori e magma, che, a causa della loro minore densità rispetto al magma riolitico circostante in via di raffreddamento e consolidamento, migrarono qualche metro verso l'alto, dove vennero inglobate e avvolte nella roccia riolitica sovrastante ancora allo stato plastico e dove, raffreddandosi, solidificarono dando luogo alle grosse forme sferoidali. Le eccezionali grandi dimensioni dei globoidi inducono a ritenere che nella loro formazione siano intervenute particolari condizioni locali: i gas e i vapori, risaliti da strati vulcanici più profondi attraverso fratture più o meno contemporanee all'eruzione, si sarebbero miscelati a parte del magma rendendolo meno denso(ossia più leggero) e lo avrebbero costretto a risalire lentamente data la viscosità dalle lave riolitiche, entro il magma già in via di consolidazione, ma ancora allo stato plastico, come indicano le ondulazioni degli strati lavici avvolgenti gli sferoidi.
Il lento spostamento verso l'alto sarebbe avvenuto in masse più o meno allungate, che si sarebbero poi consolidate nelle varie forme globoidali semplici, binate o ternate, le cui differenti dimensioni sarebbero difese dai maggiori o minori volumi di magma risalito.
05.Utilizzazione e tutela
Utilizzazione attuale del sito e del suo intorno: Visite spontanee, attività di pesca e vicine Tonnare di La Punta.
Stato di conservazione: Discreto.
Rischio di degrado del Geosito: Alto.
Minacce e/o disturbi al quadro paesistico: Distruzione o danneggiamento per prelievi di campioni di roccia e/o per naturale degradazione marina e meteorica.
Grado di tutela: Necessaria
Proposte di conservazione e valorizzazione: Realizzazione di un sito geologico attrezzato inserito in un percorso geo-naturalistico includente anche le contigue monumentali falesie di Tacche Bianche e l'insenatura tipo rias, anche nell'ambito della Riserva naturale"Isola di San Pietro, isola Piana,Isola dei Ratti e del Corno".
06.Valutazione
Parametri principali:
Esemplarità geologico-geomorfologica: Molto alta.
Esemplarità paleogeografica: Discreta.
Esemplarità didattica-divulgativa: Rilevante.
Dimensione: Rilevante.
Grado di naturalità del sito: Rilevante.
Valenza scenica-paesaggistica intrinseca: Rilevante.
Ricorrenza a scala geografica: Molto raro.
Accessibilità: Buona.
Visibilità: Agevole.
Parametri integrativi:
Valenza come biotopo: Rilevante.
Valenza storico-culturale: Rilevante.
Valenza panoramica: Rilevante.
Ambito di importanza a scala geografica: Nazionale.












1 commento:

  1. Interessante. Dove posso trovare la descrizione degli altri geositi? Grazie. Salvatore.

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